Interviste & Conferenze

Ho voluto cantare Maria con canti facili e nuovi; particolarmente semplici, orecchiabili e contenuti nell'estensione, adatti, quindi ad agevolare la partecipazione dell'Assemblea.

Ma, laddove esistano un coro polifonico e dei bravi strumentisti, avranno certamente senso e valore i corali, i canoni e taluni interventi strumentali.

[...] E la Musica quando nacque? Beh, io direi con l'Uomo stesso che è anche il primo Strumento musicale della Genesi. Uno Strumento musicale in verità assai particolare essendo contemporaneamente a Corde, a Fiato e a Percussione.

[...] In tal modo l'uomo non solo parla, ma emette anche suoni modulati; diciamo che è un ottimo sequencer in grado di generare, appunto, sequenze di suoni di altezze diverse, cioè delle Melodie...

[...] Ma non basta, poiché il divino Strumento è dotato al suo interno di un clock ovvero di un Metronomo: il Cuore, che col suo Battito segna il Ritmo delle sue funzioni vitali, dell'emotività, della gioia, della paura, della tranquillità, della passione amorosa... Possiamo quindi affermare - e a maggior gloria del suo Creatore - che l'Uomo è al tempo stesso Strumento e Musica!

[...] E ancora dice S. Paolo:

Perfino le cose inanimate che danno suono, come il flauto o la cetra, se non danno suoni distinti,  come si riconoscerà ciò che si suona con il flauto o con la cetra?
E se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si preparerà alla battaglia? Così anche voi, se con la  lingua non proferite un discorso comprensibile, come si capirà quello che dite? Parlerete al vento. (1 Cor 14,7-9)

[...] Il rispetto delle diversità dei linguaggi che distinguono uno dall'altro i vari strumenti musicali (questo ci dicono i tre succitati versetti) può effettivamente influire sulla veridicità del messaggio che da questi "deve" essere comunicato.

[...] Una melodia, una stessa melodia, racconta infatti le "cose" in modo assai diverso a seconda che venga suonata da un Flauto oppure da una Cetra; e ci sono "cose" che solo il Flauto può raccontare e viceversa...

[...] Alla luce di tutto ciò sento più che mai la necessità di precisare che, secondo me, la Musica — intesa come "insieme" di suoni, ritmi e armonie - non è né sacra né profana; è Musica e basta. Saranno semmai le sue applicazioni a definirne - ma solo per nostra comodità - l'uso, il genere o lo stile. Per quel che riguarda la Musica vocale, invece, il discorso cambia, perché c'è un testo poetico, cioè la Parola, che la qualifica. Potremo perciò tranquillamente definire "sacro" un Canto quando il suo Testo è ripreso dalle Sacre Scritture o ad esse è palesemente ispirato.

L' "Ave Maria" di Gounod - la cui Melodia è peraltro costruita su un più che "profano" Preludio di Bach - va considerata un canto "sacro" in quanto sacro è il suo Testo poetico. Molti, invece, pensano che la Musica "sacra" sia basata su regole e particolari procedimenti tecnici che la distinguono nettamente da quella profana.  Ciò non è assolutamente vero dato che le Note musicali, in entrambi i casi, sono le stesse, gli Accordi pure; i Ritmi e gli Strumenti musicali anche.

[...] A questo punto io vi pongo una domanda: se a un Canto non "sacro" sostituissimo il testo originale con un nuovo testo espressamente dedicato al Signore, questo Canto diverrebbe automaticamente "sacro"? A chi risponde "sì" io direi che secondo me ha ragione, anche perché abbiamo illustri esempi di " mascherature", cioè di espedienti usati per facilitare attraverso l'uso di motivi popolari assai noti il canto dei sacri testi da parte del popolo.

[...] E nemmeno un Ritmo particolarmente "profano" come quello di un ballo o di una danza può inficiare la sacralità d'un Canto! Si può cantare il Signore su un ritmo di Boogie Woogie (vedi: "Communio" da "La Messa dei Giovani") o su quello altrettanto travolgente di un Limbo (vedi: "Canto la tua gloria" da "I Salmi per il nostro tempo").

[...] Sempre nel campo del canto "sacro", altra precisazione vorrei fare sul giusto significato da attribuire al termine "popolare". Un termine che fa storcere il naso a molti musicisti che non ritengono dignitoso scendere dal piedistallo sul quale qualche diplomino in più li ha collocati. Per questa razza "eletta" scrivere canti "popolari" (anche se sacri) equivale infatti a una sorta di degradazione : è come diventare compositori di serie B. Ma a provocare questo inconscio poco democratico atteggiamento ha concorso, bisogna proprio dirlo, un altro grande pregiudizio. Il termine "popolare" - che significa "del popolo", "fatto per il popolo", "adatto al popolo" - è stato troppo spesso accostato al termine "volgare".

[...] A lodare il Signore la sola nostra voce non basta, vuole insegnarci Davide nel Salmo 150; anche gli strumenti debbono cantare con noi, ciascuno con la sua voce particolare, unica, preziosa e ricca di parole nuove! Noi oggi invece pensiamo agli Strumenti musicali liturgici come a dei semplici accompagnatori del canto dei fedeli. In verità il loro ruolo sarebbe assai più ampio, solo che gli venisse concesso di esprimersi a largo raggio, nonostante pregiudizi e assurdi veti...

[...] Ora a me sembra che il vero problema non sia dato da quali Strumenti musicali si possano usare, ma da chi li sappia poi suonare; dato che solo seri e preparati strumentisti potrebbero garantire quella edificazione dei fedeli [...]. Ma già sento nell'aria vorticare una domanda: Dato che è tenuto in così alta considerazione, l'Organo a canne deve considerarsi uno Strumento musicale "sacro"? A questa domanda senza esitare rispondo:

Secondo me, senz'altro sì, I' Organo a canne deve considerarsi "sacro", così come "sacro" va considerato tutto ciò che fa parte integrante della Casa di Dio, dagli arredi agli altari, dalle statue ai quadri e agli affreschi, dai paramenti ai libri sacri... Ma, intendiamoci, il suo essere "sacro" non "sacralizza" automaticamente tutta la Musica che ne esce!

[...] Come già detto, non porrei limiti all'utilizzo degli Strumenti nella Musica liturgica popolare, guarderei però, di volta in volta, alla bravura e alla personalità di che li suona... Nella scelta degli Strumenti non perderei invece di vista la natura "magica" del Suono da essi generato e la sua capacità di " trasportare lontano" o comunque di " ricondurre a ...". Un invito, questo, a riscoprire, in funzione della liturgia, le qualità magiche del Suono e ad utilizzarle " ad arte" per stupire, rapire, provocare o comunque coinvolgere sempre più le anime e i corpi di coloro che vi partecipano.

[...] Ci tengo a precisare che quando parlo di esecutori non mi riferisco di certo all'Assemblea popolare — cioè alla Vox populi — ma ai celebranti, agli animatori, ai cantanti e agli strumentisti. ssistendo poi alle Messe domenicali trasmesse da talune emittenti, c'è talvolta da rabbrividire e da vergognarsi nel sentire certi canti! Quello che maggiormente spaventa è l'assoluta incompetenza musicale di chi irresponsabilmente si rende responsabile di tali obbrobri!

[..] Ma che sta succedendo in certe chiese italiane? É questo dunque il livello musicale di un popolo che è sempre stato definito il più canoro del mondo? Perché le bocche perdono improvvisamente il sorriso, le braccia cadono inerti lungo il corpo e i visi si fanno lunghi e tristi anche quando si canta Alleluia? In queste chiese è forse morta la Musica, o mancano piuttosto i giovani? Rispondo ribadendo con forza quello che ho poc'anzi affermato, e cioè che non dobbiamo subire passivamente (solo per captarne la benevolenza ) tutto quello che i giovani fanno, ma accettarlo per poi, magari, aiutarli a far meglio! Il loro ricupero però è, a parer mio, oggi più che mai indispensabile, urgente e determinante, poiché ricuperare i giovani significherebbe ricuperare la gioia!

[...] E la Musica Sacra Popolare potrebbe pienamente contribuire a tutto ciò, non tanto perché in grado di proporre nuove forme espressive o ecniche compositive d'avanguardia, quanto per la sua indiscussa capacità di aggregare e di indurre al movimento, alla festa, alla gioia di vivere!"

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